Il favismo, nei soggetti predisposti, può determinare, in presenza di pollini, piante e baccelli di fave, una crisi emolitica, che nei diversi casi e secondo la gravità è caratterizzata da una sintomatologia progressiva che va dall’astenia intensa fino ad un quadro clinico di estrema gravità.
Gli affetti da favismo possono sviluppare una crisi emolitica, se esposti alla ingestione di fave o anche alla sola percezione dell’odore o all’inalazione del loro polline. Casi di favismo sono inoltre stati registrati anche sul nostro territorio comunale.Pertanto il Sindaco Marco Benedetti ha emesso l’ordinanza n.51 del 09-05-2018 di divieto di coltivare fave entro 300 metri in linea d’aria dal perimetro urbano, ed all’interno dello stesso, dalle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, residenze sanitarie assistenziali, istituzioni residenziali non scolastiche (per minori, disabili o anziani), case famiglia, edifici e parchi pubblici, centri sportivi, chiese, cimiteri, uffici postali e banche. In tutti i siti elencati è stata inoltre ordinata l’estirpazione immediata delle piantagioni già esistenti da parte dei coltivatori stessi.
La vendita di fave fresche da parte degli esercizi commerciali in sede fissa, al minuto e all’ingrosso, nei mercati comunali, nelle aree pubbliche è consentita purché le fave siano preconfezionate in sacchetti sigillai ai sensi di Legge e dandone corretta pubblicità con appositi cartelli.
I cittadini affetti da favismo possono darne segnalazione tramite il medico di base, il medico specialista o il medico della ASL. Il Servizio di Igiene Pubblica ed Ambientale della ASL avrà poi cura di segnalarlo tempestivamente all’Amministrazione comunale.
Il Comando di Polizia Locale e la ASL sono incaricati di far osservare questo provvedimento a tutti i cittadini, che possono incorrere nelle sanzioni previste dall’Art. 650 del codice penale.