A due passi dai prati del Muro Torto sopra le colline che fiancheggiano la via Flaminia, su per via di Villa Ruffo nascosta dietro una fitta vegetazione, si trova l’accesso di uno dei luoghi più strani e meno ambiti dal turismo convenzionale.
L’intera area (che all’epoca si estendeva fino a valle Giulia) fu acquistato da Alfred Wilhelm Strohl nel 1879 per costruirvi la sua singolare dimora concepita come un vero e proprio eremo artistico. Egli, infatti, era un valido artista ed un raffinato esteta.Nato a Sainte-Marie-aux-Mines nell’alto Reno in Francia Strohl ebbe modo di girare il mondo e accrescere una cultura mutuata non solo dagli studi e le letture ma anche con preziosi contatti umani.
Pare ci fosse anche chi lo definì un “erudito cultore di esoterismo e teorico alchemico” e proprio questa sua propensione alle arti estetiche e quella presunta verso quelle occulte potrebbe averlo messo in contatto con Arnold Böcklin, un altro grande artista della sua epoca. Quest’ultimo è l’autore de “L’isola dei morti” un dipinto dal significato assai controverso e denso di simbologia esoterica. Lo stesso Böcklin, impressionato dalla bellezza di Roma, consigliò a Strohl di visitarla. Inoltre pare che abbia fornito ad esso le esatte coordinate dove edificare la sua villa romana, forse per l’esistenza di particolari nodi geo-energetici che avrebbero giovato alla salute di Strohl e alla sua creatività.
La singolare architettura della villa e i lunghi periodi di clausura artistica che il suo proprietario si imponeva diedero origine a dicerie e racconti più o meno inquietanti. Movimenti poco chiari nel cuore della notte e fugaci quanto rare apparizioni diurne esibendo una curata barba bianca gli valsero la fama di mago o negromante; qualcuno lo paragonò anche al mago Merlino dei poemi cavallereschi e della tavola rotonda.
In realtà Strohl, con la sua villa, mise in atto un progetto molto simile a quello per il quale Re Artù è tutt’ora famoso. Nella sua Camelot artistica si circondò di una vasta ed eterogenea corte di
artisti fornendo loro ricovero, supporto e strumenti per produrre le loro opere. Nello specifico costruì, intorno alla sua villa tutta una serie di padiglioni/studio e atelier/dependance ove gli artisti
vivevano, si incontravano scambiandosi idee e mettevano alla prova il loro estro.
Oggi la villa è in parte sede del liceo francese Chateaubriand e può essere visitata su appuntamento potendo ammirare, nei suoi interni, una pregevole collezione d’arte… tuttavia, non sono pochi coloro che, dopo il crepuscolo, intravedono tra la vegetazione, dietro i vetri delle finestre e lungo i viali sinistre presenze e diafane luminescenze. Una in particolare dalla folta barba bianca.
…dimenticavo: per un incontro concreto e reale con l’artista-mecenate ci si dovrà recare al cimitero acattolico presso la piramide Cestia dove volle essere sepolto Alfred Wilhelm Strohl.
Il disegno che illustra questo articolo è di Marco Sindici.
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